ALIAS Italia

ALIAS ITALIA

FANFICTION

Scritto da Allen
Riassunto: Dopo tante menzogne, per Sydney era arrivato il momento della svolta. Riuscirà a liberarsi di Sloane, e della sua doppia vita?

Data di composizione: dal 22 luglio al 20 agosto 2003
Adatto a: tutti
Svolgimento: Dopo il quarto episodio della 2^ stagione.

DISCLAIMER
Si ricorda che tutti i diritti del racconto sono di proprietà del sito "Alias Italia – il dossier Sydney Bristow", e che tutti i personaggi della serie "ALIAS" utilizzati sono di proprietà ABC, Bad Robot – Touchstone Television e sono utilizzati senza il permesso degli autori e non a fini di lucro. I personaggi nuovi sono di proprietà dell'autrice.

Rivelazioni finali

Era ormai passata una settimana dalla missione in Madagascar, e il pensiero di Sydney era sempre rivolto a sua madre. Anche se quella donna per lei era tutto tranne che una madre, aveva di nuovo tentato di ucciderla, non riusciva neanche a concepire che razza di persona poteva essere talmente malvagia da spingere la propria figlia incontro alla morte. Si chiedeva più volte perché l'aveva fatta nascere, ma ora sarebbe finito tutto, una commissione speciale stava per decidere il suo futuro, ovvero se tenerla per sempre in una cella o condannarla a morte come terrorista. I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Vaughn, il suo viso non tradiva nessun sentimento, sapeva di trovarsi in una situazione difficile, i suoi sentimenti per Sydney erano in contrasto con la voglia di giustizia per la morte di suo padre che era stato crudelmente ucciso dalla madre della donna che amava.
"Ciao, mi aspetti da tanto?" chiese lui sorridendo per rassicurarla.
"Da un po', hai saputo qualche cosa da Kendall?"
"Si è stato lui ad ordinarmi di parlarti."
"Credo di sapere cosa devi dirmi, deve morire vero?"
Vaughn non rispose ma i suoi occhi dicevano tutto, si chiedeva quale reazione doveva aspettarsi da lei.
Sydney per un momento non reagì, analizzò razionalmente cosa sentiva e poi quasi freddamente si rivolse a Vaughn.
"Quando?"
"Fra tre giorni."
"Voglio essere la quando accadrà."
"Non credi di pretendere troppo da te stessa. Pensi di essere abbastanza forte, da vedere tua madre morire, tu non sei come lei."
"Per quel che mi riguarda, mia madre è morta quando avevo sei anni, quella donna è solo una spietata assassina che ha tramato contro il nostro paese, che ha ucciso molti dei nostri agenti, e se non fosse stato per mio padre su quella lista ci saremo pure noi due."
Vaughn la guardò intensamente, sapeva che dietro quel viso contratto dalla rabbia, c'era il dolore di una bambina che si era illusa di aver ritrovato sua madre, e poi le disse:
"non sempre le cose sono come appaiono" e se ne andò.
Syd tornò a casa, aveva così tanti pensieri nella sua testa da metabolizzare, tanto che le parole di Vaughn quasi non la sfiorarono.
Francie e Will erano seduti sul divano e guardavano la tv. Da quando era venuta fuori la storia della tossicodipendenza, Francie non lo perdeva di vista un attimo diventando quasi asfissiante, quando sentì Syd arrivare sì alzò e andò da lei.
"Ciao, sei uscita presto questa mattina!"
"Si avevo delle cose da sbrigare in ufficio, come sta Will?"
"Se passassi più tempo con lui, non avresti bisogno di chiederlo a me."
"Hai ragione, ma non è un buon momento, e non voglio trasmettere a Will le mie preoccupazioni."
"Problemi con il lavoro, o con il tuo misterioso lui, anche se non me ne parli guarda che ho capito, su dimmi lo conosco, è carino cosa fa, lavora con te?"
"Frena questo terzo grado, mi sa che ti sbagli di grosso, non esiste nessun lui, sai che te ne parlerei subito, siamo amiche no?"
"Allora cosa non va?"
"I soliti problemi con il mio lavoro."
Nel frattempo Will le raggiunse in cucina. "Che tramano alle mie spalle le mie donne preferite?" chiese con un'espressione divertita sul viso.
"Cercavo di scoprire qualcosa sul nuovo amore di Syd" rispose Francie.
"Hai dimenticato di aggiungere il nuovo, inesistente, amore di Syd" replicò Sydney cercando di essere il più allegra possibile.
Ma Will che in un certo senso ora si sentiva più vicino all'amica aveva subito capito che qualcosa non andava.
"Sentite io devo uscire, Will, provaci tu a farla confessare" prese la giacca e andò via.
"E successo qualcosa vero, ti va di parlarne un po' con me?"
"Mia madre, e stata condannata alla pena capitale, morirà fra tre giorni."
"Non so se chiederti cosa ne pensi, o come ti senti, se vorrai parlarne io sono qui."
"Grazie, non so cosa farei senza di te, ora che sai tutto, mi sento più leggera, posso guardarti negli occhi senza sentirmi uno schifo, anche se e` per colpa mia, che hai perso un lavoro che ami, e se sei considerato un drogato."
"Non e` colpa tua, ricordalo."
"Ti voglio bene."
"Io di più."
**********

Il giorno era arrivato, Irina Derevko si trovava nella sua cella, la cosa che più la tormentava era che sua figlia dovesse continuare a vivere, con accanto suo padre, che continuava a mentirle. Era consapevole di quello che l'aspettava, ma per sua figlia avrebbe fatto di tutto. Nonostante le sue scelte in tutti quegli anni, non aveva mai smesso di pensare a lei. Quando aveva saputo che faceva parte del SD-6, avrebbe voluto uccidere Jack con le sue mani, non voleva che sua figlia diventasse come suo padre e sua madre, delle spie dei killer, forse anche per questo si era consegnata alla CIA per tentare di salvarla da quella vita.
Vaughn arrivo` davanti alla cella di Irina, non era felice di quello che stava per fare ma la missione che gli era stata assegnata era troppo importante.
"Salve agente, oggi per lei deve essere una giornata importante, il giorno della vendetta" disse ironicamente Irina.
"Quello che ho sempre cercato è sempre stata la giustizia, non mi interessa la vendetta" rispose lui con un tono quasi distaccato.
"Dobbiamo andare, ha qualche richiesta da fare?"
"Si, non voglio che mia figlia assista."
"Cosa le fa credere, che voglia farlo?"
"Lo so e basta!"
"Mi dispiace ma non posso accontentarla, sua figlia è un agente ed ha il diritto di assistere se vuole"
Irina per la prima volta in vita sua ebbe realmente paura, ma non di morire, aveva paura di scoprire, che sua figlia stava diventando come lei.
**********
Sydney arrivò sul posto ed incontrò suo padre, lui era contrario al fatto che lei avesse insistito per assistere, era sua madre e anche se forse non lo avrebbe mai ammesso, ci aveva sperato in un suo cambiamento.
"Ciao papa`."
"Sydney ho sperato fino all'ultimo di non vederti, credi di essere abbastanza forte da sopportare tutto questo?"
Jack era un uomo freddo, non tradiva quasi mai le sue emozioni, odiava quella donna, era lei la causa del suo cambiamento, e voleva vederla morta a tutti i costi.
"So che sarà dura, ma devo farlo per me, e` una cosa che sento."
"Come vuoi tu" e chiuse il discorso.
Insieme entrarono nella sala dove dovevano assistere all'esecuzione, era una cosa un po' macabra, da un vetro avrebbero assistito alla morte di una persona, di una madre, di una moglie.
Vaughn arrivò subito dopo, voleva parlare con Syd, in privato allora uscirono dalla stanza.
"Cosa vuoi, spero che anche tu non voglia farmi cambiare idea, è inutile" disse lei con tono deciso.
"Stai tranquilla mi sono già arreso, e che tua madre ha chiesto di poter parlare con te, insomma è una sorta di ultimo desiderio."
A quella richiesta rimase di sasso, non se lo aspettava e non sapeva cosa fare.
"Se non te la senti non farlo" disse lui sperando che seguisse il suo consiglio.
"Non so perché, ma voglio farlo, dove si trova ora?"
"Sei sicura?"
"Si."
"Allora seguimi."
Sydney non era sicura di quello che stava per fare, quando vide sua madre dentro la cella, si sentì come svuotata. Si guardarono per un lungo interminabile momento, con quello sguardo tanto uguale come se volessero dirsi tutto quello che non si erano mai dette.
"Sono felice di vederti, anche se avrei preferito evitarti tutto questo" le disse Irina.
"Basta così, non sono venuta qua per sentire quello che hai da dirmi, ma questa volta voglio essere sicura che tu muoia veramente."
Irina si aspettava una reazione dura, ma quelle parole, quello sguardo, la ferirono immensamente.
Fu scortata da più guardie, era sempre considerata un pericolo, la fecero sdraiare in un lettino, e la prepararono per l'iniezione, in pochi minuti il veleno l'avrebbe uccisa. Per la prima volta in tutta la sua vita, si stava per arrendere alla morte, lei che aveva sempre vissuto al limite.
Jack si avvicinò a sua figlia e la strinse forte, voleva che sentisse la sua vicinanza, guardava quella donna che gli aveva rovinato la vita, finalmente avrebbe pagato per tutto.
Pochi minuti, e tutto era finito, il medico che si occupava della esecuzione fece un cenno che era morta, Syd uscì dalla stanza, era riuscita a trattenere le lacrime, ma si sentiva morire dentro.
Vaughn stava per raggiungerla ma quando uscì lei era già corsa via, capì allora che aveva bisogno di stare da sola.
Sydney non sapeva dove andare, di tornare a casa non se la sentiva, Will forse avrebbe capito, ma non voleva allarmare Francie, inizio a guidare senza una meta, prima o poi da qualche parte, si arriva sempre.
**********

Vaughn raggiunse Kendall nel suo ufficio, era stato lui ad organizzare tutto, ma non era stato completamente chiaro su come si doveva proseguire.
"Le cose sono andate come ci aspettavamo, nessuno ha sospettato niente."
"Crede che sia una cosa giusta, forse stiamo giocando con il fuoco, se l'agente Bristow lo scopre potrebbe non voler più collaborare con noi."
"Vaughn so cosa sto facendo, questo è l'unico modo. Ora va da lei, credo che tu sia la persona giusta per spiegarle la situazione."
"Se proprio insiste, ai suoi ordini" non era molto felice di questa decisione, e se ne andò.
**********

Mentre attraversava i corridoio che portava al SL35, Vaughn pensava a quali parole usare, per spiegare ad una donna che era convinta di morire, che in realtà era tutta una messa in scena.
Infatti Irina non era morta, doveva solo sembrarlo, per sua fortuna Vaughn non si era fidato completamente di Jack. Lo aveva fatto seguire ed aveva scoperto in tempo la trappola architettata contro di lei, lo aveva riferito a Kendall, che preferì non fare nulla contro Jack, e fingere la morte di Irina, così che non intralciasse più il lavoro di indagine sulle varie organizzazioni a scopo terroristico, sulle quali lei sapeva tanto, per non parlare poi dei misteri di Rambaldi. Vaughn odiava l'aver mentito a Sydney, ma non avevano altra scelta, ora sperava che Irina accettasse le nuove condizioni.
Entrò nella sua stanza, era ancora priva di conoscenza era legata al letto, si sedette e aspettò il suo risveglio.
Dopo circa un ora inizio a svegliarsi, si guardo intorno, aveva lo sguardo spaesato, non capiva cosa le era successo. Sì giro` verso Vaughn e rimase sorpresa nel vederlo, le avevano dato un sonnifero molto potente, la testa le faceva un gran male e con la voce rauca gli disse:
"è stato molto gentile ad accompagnarmi pure all'altro mondo, ma non le sembra di esagerare con tutta questa galanteria?"
Vaughn non sapeva se ridere o restare serio, optò per la seconda. "Credo di doverle qualche spiegazione!" e inizio.
"Come credo avrà già capito lei è ancora viva, abbiamo scoperto che il suo ex marito le aveva teso una trappola, voleva farla passare per una traditrice, quindi per non creare altri problemi, abbiamo preferito assecondarlo e abbiamo finto la sua morte."
"Mia figlia ne era al corrente?" chiese freddamente.
"No, abbiamo preferito non dirglielo."
Irina non rispose.
"Quando starà meglio parleremo della sua collaborazione con la nostra agenzia."
Ancora silenzio.
"Ci sarà un agente fuori dalla porta, farà meglio a riposarsi."
Quando uscì dalla stanza, si domandò cosa pensasse Irina in quel momento, il suo silenzio era segno che tramava qualcosa?
Irina guardava il soffitto bianco, ma nella sua testa c'era posto solo per Sydney.
**********
Per Sydney questo era un momento molto delicato, non poteva permettersi di stare male, Sloane era una persona molto astuta, avrebbe capito subito che qualcosa non andava. La voglia di vendicarsi contro l'uomo che aveva ucciso Danny, e che per anni, le aveva mentito era sempre più forte.
Entro` nella sala riunioni, si sedette accanto a Dixon, che si sentiva ancora in colpa per aver dubitato della sua fedeltà.
"Buongiorno Sydney, aspettavamo solo te" le disse Sloane con la solita tranquillità.
"Scusate il ritardo."
"Allora possiamo iniziare, i nostri esperti analizzando una della pagine di Rambaldi, hanno scoperto un nuovo messaggio in codice".
"Cosa dice questa volta" chiese Syd.
"Non ne siamo certi, ma pare che ci sia un diario o una specie di manuale, che Rambaldi scrisse su una nuova scoperta."
"Che genere di scoperta" domandò Dixon!
"Anche questo non lo sappiamo, per questo ci serve il manuale".
"Sappiamo già dove si trova?"
"Si appartiene ad un noto collezionista di libri antichi, lui non immagina nemmeno cosa possiede, per lui e soltanto uno dei tanti libri antichi di cui e` riuscito ad impossessarsi."
"Quando e come dobbiamo agire?"
"Fra due giorni, nella sua villa a Madrid, Marros darà una festa per sua figlia che si è da poco laureata, il libro si trova in una stanza segreta da cui si accede attraverso lo studio. Sydney tu e Dixon dovrete trovare la stanza e prendere il libro, la parola a te Marshall per i dettagli tecnici."
"Molto bene, dato che il nostro amico non sa l'importanza del libro di sua proprietà, non ha badato tanto a metterlo al sicuro. Sicuramente quello e solo un luogo di passaggio, quindi le cose saranno per noi più semplici del solito."
"Marshall" lo richiamò Sloane.
"Scusi. Torniamo a noi, il problema principale è individuare nel minor tempo possibile il meccanismo, che azionerà l'apertura del passaggio. Con questi occhiali Syd, potrai individuare qualsiasi tipo di circuito elettrico anche il più piccolo, un segnale arriverà al computer di Dixon ,che diventerà sempre più forte più ti avvicini."
"Grazie Marshall, se non avete domande potete andare" disse Sloane.
Sydney non vedeva Vaughn dal giorno della morte di sua madre, era scappata via senza dire una parola, nonostante si sentisse molto legata a lui, non potevano condividere quel momento. Sapeva che era un uomo molto buono e che forse non si sarebbe mostrato felice per la morte della donna che gli aveva portato via suo padre, ma era meglio stare lontani per qualche tempo. Il lavoro li portò a rivedersi di nuovo.
"Ciao, come stai" gli chiese lui.
"Va un po' meglio, Sloane mi ha affidato una nuova missione si tratta di un nuovo manoscritto di Rambaldi" e inizio a illustrargli la sua missione.
"Bene ti farò sapere sulla tua contro missione."
Questa era stata la conversazione più breve, che ebbero avuto fino a quel giorno, era come se qualcosa si fosse rotto. Ma Vaughn non se la prese, capiva che per lei era un momento orribile, e non se la sentiva di forzare le cose.
Irina nel frattempo si era ripresa, da giorni nessuno era andata a trovarla, ed aveva avuto il tempo per pensare. Era felice di essere viva, la vedeva come una seconda possibilità, quando uno è convinto di morire in un certo senso abbassa le sue difese, e vede le cose come realmente sono.
Vaughn entrò e vide Irina, era stata trasferita in una cella simile a quella dove stava prima, quindi erano di nuovo divisi dalle sbarre.
"Stavo iniziando a preoccuparmi" disse ironicamente Irina.
"La prego di smetterla con il suo sarcasmo, sono la persona che non fa per lei, sono qui per spiegarle le nostre condizioni."
"Sono tutta orecchi."
"A parte la collocazione niente è cambiato, quando avremo bisogno di lei io o un altro agente verremo a parlarle, nessuno a parte me e altre due persone sanno che lei è viva."
"Cosa le fa pensare, che le cose per me non siano cambiate?"
"Non credo che lei abbia tante possibilità, o questa o un carcere di massima sicurezza, dove passerà il resto della sua vita. Per non parlare poi della possibilità che le accada qualche incidente, d'altronde lei è già morta per tutti."
"Sa non la facevo così, dove è andata a finire la sua voglia di giustizia?"
"Io le riporto solo quello che mi hanno ordinato di dirle."
"Se accetto le sue condizioni, cosa avrò in cambio?"
"Se le cose andranno per il verso giusto, e l'SD6 verrà completamente distrutta, valuteremo di nuovo la sua posizione, per ora non posso dirle altro."
"Ho bisogno di pensarci, posso avere ventiquattro ore?"
"Non una di più!"
Il colloquio si concluse così senza vinti, ne vincitori.
MADRID, VILLA MARROS h 23:45
"Red Sky chiama Klimer, mi ricevi?"
"Qui Klimer ti ricevo alla perfezione, dove ti trovi."
"Sono all'ingresso, sto per entrare."
"Mi raccomando fai attenzione."
"Stai tranquillo, vado in silenzio radio fino a che non raggiungo lo studio."
"Va bene, passo e chiudo."
Non appena fosse riuscita ad entrare nello studio, e a trovare il manoscritto, avrebbe dovuto fotografare tutte le pagine per la sua contro missione, e passarle ad un contatto della CIA che si trovava alla festa.
La sala principale era piena di gente, Sydney, si mischiò a loro senza dare troppa confidenza a nessuno, quando fu sicura che nessuno la controllasse si recò nello studio. La sorveglianza come già sapeva, era quasi inesistente, quindi poteva agire con più calma.
"Klimer qui Red Sky, sono in posizione, ora accendo il dispositivo."
"Bene il segnale è debole, inizia a muoverti."
Sydney inizio ad andare verso la parete, dietro la scrivania.
"Ancora niente?"
"Mi pare di sentire il segnale in aumento, vai di nuovo verso la porta. Bene così ora vai verso sinistra, anzi no verso destra. Ora il segnale è molto forte dove ti trovi?"
"Dietro la porta d'ingresso, non mi dire che…."
"Che succede, hai trovato qualcosa?"
"Si, non ci crederai ma credo che si trovi proprio sotto i miei piedi, avvicino gli occhiali."
""Il segnale sembra impazzito, hai fatto centro, prendi tutto e andiamo via, non mi piace tutta questa calma."
Sydney nel frattempo stava già fotografando le pagine del manoscritto.
"Red Sky mi senti, hai qualche problema?" Non appena finì la frase vide Sydney arrivare alla macchina.
"Ma dove eri finita?" chiese Dixon un po' preoccupato.
"Scusa, ma mentre stavo per uscire, mi era sembrato di sentire qualcuno arrivare, ma per fortuna non è entrato nessuno."
La parte più difficile delle contro missioni, era mentire continuamente a Dixon, per lei era un caro amico e voleva con tutto il cuore potergli dire la verità, ma non era ancora il momento.
La missione era perfettamente riuscita il manoscritto era in rotta verso l'S-D6, mentre le foto erano state consegnate all'uomo della CIA presente alla festa.
Intanto nella sede della CIA, Vaughn ricevette la comunicazione che la Derevko voleva comunicargli la sua decisione. Mentre percorreva il corridoio si domandava perché aveva avuto bisogno di pensarci, quella donna era molto pericolosa, ma allo stesso tempo vedeva che nei suoi occhi qualcosa era cambiata.
"Mi hanno detto che voleva parlarmi" chiese lui cercando di nascondere la curiosità.
"Collaborerò ancora con voi, altrimenti non mi sarei costituita, ma voglio una cosa, Sydney deve sapere la verità."
"Mi aspettavo una richiesta del genere, va bene ma non subito, prima ci deve dare le prove della sua fedeltà."
"Cosa volete sapere?"
"Stanno per arrivare delle foto di un nuovo manoscritto di Rambaldi, lei ne sa qualcosa, un noto collezionista lo ha acquistato da poco senza sapere di cosa si trattava."
"Ho bisogno di vederlo altrimenti, non posso dirle niente."
"Appena sarà a nostra disposizione tornerò."
"Aspetterò con ansia."
Vaughn si stava abituando a trattare con quella donna, tanto che non dava più peso alle sue provocazioni.
**********

Sydney dopo la missione a Madrid, e dopo aver scritto il rapporto per l'SD-6 tornò finalmente a casa, era esausta e sentiva il bisogno di un bel bagno caldo. Ma i suoi piani andarono in fumo, quando vide che era in corso una festa.
"Fate una festa, e vi dimenticate di invitare proprio me?" disse Syd ironicamente.
"Scusa eri irraggiungibile, ma ora che sei qui, scateniamoci sulla pista!"
Francie era una delle persone più importanti nella vita di Syd, era la sorella che non aveva mai avuto, era dolce e comprensiva nonostante non fosse sempre presente, non glielo faceva pesare. Una delle cose che più la spaventava era che un giorno scoprisse, che per tanti anni non aveva fatto altro che mentirle, e che per questo non volesse più aver niente a che fare con lei.
Scacciò via quei brutti pensieri e la stanchezza, e cercò di divertirsi insieme ai suoi amici.
Intanto alla CIA le foto scattate da Sydney a Madrid, erano già nelle mani della commissione, che si occupava dei reperti di Rambaldi, ma non riuscirono a trovare la chiave per decifrare quegli scritti, quindi Kendall convocò subito Vaughn nel suo ufficio.
"Si sieda agente, come sospettavamo i nostri esperti non sono riusciti a cavare un ragno dal buco, quindi dovremo fare affidamento a ciò che ci dirà la Derevko."
"Cosa ne pensa delle sue condizioni, crede sia un bene far sapere all'agente Bristow che sua madre in realtà non è morta?"
"Abbiamo tempo per pensare a queste formalità, ora dobbiamo concentrarci su Rambaldi, dobbiamo scoprire qualcosa prima che ci arrivino quelli del Sd-6."
"Ai suoi ordini, domani parlerò con la prigioniera."
"Va bene, ora può andare."
Vaughn non apprezzava tanto l'atteggiamento di Kendall nei confronti di Sydney, tralasciava il suo lato umano, la vedeva solo come un agente, quasi una macchina, era vero che da quando lei collaborava con la CIA, avevano ottenuto molti più successi, ed erano quasi vicini alla sconfitta di Sloane e della sua organizzazione, ma rimaneva sempre una persona fragile, costretta ad una vita difficile.
Un'altra giornata stava per cominciare, Syd si sveglio ma non le sembrava di essere mai andata a dormire. L'altra sera si era divertita come non le accadeva da troppo tempo, ed oggi avrebbe affrontato la dura giornata che sicuramente l'aspettava, con un pizzico d'ottimismo in più.
Quando arrivo in ufficio trovò la convocazione per una riunione, forse arano già riusciti a scoprire qualcosa sul manoscritto di Rambaldi, si recò nella sala riunioni dove mancava solo Sloane, che poco dopo arrivò, ma non era solo.
"Buongiorno a tutti voi, vi ho riunito per presentarvi un nuovo acquisto della nostra agenzia, vi presento Marcus Weter è uno storico, che ci darà una mano per decifrare il manoscritto di Rambaldi che abbiamo da poco trovato".
Per un attimo ci fu un gran silenzio, tutti gli occhi erano puntati sul nuovo arrivato, Jack e Sydney si domandavano chi fosse realmente, era davvero uno storico o un altro terrorista? Il primo a parlare fu proprio lui.
"Salve a tutti come avete già sentito mi chiamo Marcus, e sono stato contattato dal signor Sloane che conosce la mia passione per gli antichi rompicapi. Quando ho saputo di tutto il materiale che avete a vostra disposizione, non ho esitato un attimo ad accettare di lavorare per voi, e con voi."
"Avremo modo di conoscerci" disse Jack senza troppo entusiasmo.
"Bene ora che ti sei presentato e arrivato il momento di conoscere i tuoi colleghi. Lui è Jack Bristow, e questa è Sydney sua figlia una delle nostre migliori agenti, Mentre alla mia sinistra ci sono Dixon e Marshall il nostro genio che ci rende la vita più facile anche nelle operazioni più complicate, ora ti mostrerò i nostri laboratori di ricerca."
"Sembra simpatico" disse Marshall stemperando un po' l'ambiente.

Per Vaughn quella mattina non era iniziata nel migliore dei modi, doveva incontrare la Derevko, ultimamente vedeva più lei che Sydney e questa cosa lo indisponeva un po'. Aveva con se le copie delle foto del manoscritto, da mostrare ad Irina.
"Salve agente" lo salutò lei.
"Buongiorno, le ho portato il materiale su cui deve lavorare."
Irina diede una prima occhiata alle foto, ma non sembrava che le conoscesse.
"Le viene in mente qualche cosa?"
"No, ma ho bisogno di un po' di tempo, avevo sentito parlare di una cosa del genere quando stavo in Russia, ma pensavo fosse solo una leggenda."
"Le lascio le foto, e quando scopre qualcosa, sa cosa fare."
Andò via, il suo cerca persone stava suonando, ed era il numero di Sydney.
In auto mentre la raggiungeva pensava a lei, sperava, che oggi potessero parlare almeno un po' e non solo di lavoro.
Sydney intanto era già arrivata e lo accolse con un sorriso, Vaughn avrebbe voluto fermare quel momento, amava il suo sorriso la rendeva così dolce, così lontana dalla donna che troppe volte aveva visto in missione, tanto cinica e dura.
"Aspetti da tanto, scusa ma ero impegnato."
"Non importa."
Finalmente il ghiaccio fra loro si stava rompendo, e tutti e due si sentirono meglio.
"Ci sono novità?"
"Si, nuovi arrivi al SD-6."
"Di chi si tratta?" chiese lui incuriosito.
"Si chiama Marcus Weter, Sloane lo ha presentato come uno storico, che si occupa di antichi misteri, affascinato da Rambaldi."
"Quindi si occuperà lui del nuovo manoscritto che hai ritrovato?"
"Proprio così ti ho portato una sua foto, così puoi indagare su di lui."
"Va bene, ma dimmi come stai, è da un po' che non parliamo."
"Sto abbastanza bene, in verità sono un po' stanca, per fortuna Sloane mi ha dato un pomeriggio libero, quindi ne approfitterò per riposare un po'."
"Allora non ti trattengo oltre, ci servi in forma."
"Grazie, allora ci sentiamo presto, ciao."
"Ciao Sydney."
La guardo andare via con la speranza un giorno di poter andare via insieme con lei.
"Credo di aver capito di che cosa si tratti" affermò con voce decisa Marcus Weter.
"Dimmi tutto" rispose Sloane.
"Questo è un manuale per la costruzione di un qualcosa, ma non ho ancora capito di cosa si possa trattare."
"Ma come fai ad essere certo di quello che dici?"
"I numeri indicano che sono stati eseguiti dei calcoli, ma non conosciamo i risultati perché la spiegazione è scritta con un codice che non sono riuscito a decifrare."
"Come si fa allora?"
"Non lo so, ho bisogno di effettuare ricerche più approfondite."
"Prendi il tempo che ti serve."
Sloane era estremamente cordiale con il nuovo arrivato, cosa che fece insospettire Jack.
Vaughn e Kendall si recarono nella cella di Irina, erano stati avvisati da una guardia qualche ora prima, ma non si precipitarono immediatamente da lei, non volevano sembrare troppo dipendenti dalle sue informazioni.
"Signora Derevko, ha scoperto qualcosa di utile?" disse subito Kendall.
"Credo di si, ma sicuramente non quello che si aspetta" rispose lei.
"Ci dica tutto allora."
"Sono quasi certa che questo sia un falso."
"Falso?"
"Si, ha capito bene, queste pagine non sono state scritte da Rambaldi."
"Cosa glielo fa credere, non ha neanche in mano gli originali" disse sorridendo Kendall.
"Conosco il lavoro di Rambaldi più di quanto lei possa immaginare, e so anche che dopo la sua morte, molti dei suoi discepoli hanno tentato di imitarlo."
"Mi sembrava un recupero troppo semplice" intervenne Vaughn.
"Toglietemi una curiosità, siete interessati a Rambaldi, tanto da dimenticarvi di Sloane e dei suoi traffici?"
"E a lei, perché interessa sapere questo?"
"Sloane è più pericoloso di quanto voi sappiate, è disposto a tutto pur di mettersi in luce agli occhi dell'alleanza".
"Ha per caso qualcosa da dirci su di lui, o vuole continuare con questo giro di parole a fare la misteriosa?" Kendall stava iniziando a perdere la pazienza.
"Io ora mai non ho più contatti esterni, ma prima di sparire ho sentito dire che stava organizzando un grosso colpo."
"Ora la smetta, o ci dice cosa sa oppure per me la conversazione può finire qui."
"Il resto sta a voi a scoprirlo, quello che sapevo vi ho detto, e se non vi dispiace sono un po' stanca e gradirei riposare un po'."
Vaughn forse non avrebbe dovuto, ma aveva trovato piuttosto divertente il colloquio tra la Derevko e Kendall, pensava che anche Sydney si sarebbe divertita, e questo un po' lo rattristò, ora capiva quanto fosse dura per lei dovere mentire ai suoi amici.
Kendall non aveva preso molto bene le affermazioni fatte dalla Derevko, forse era vero, ultimamente erano stati troppo presi dalle ricerche su Rambaldi e stavano perdendo di vista il pericolo più grande, Sloane. Ma se stava tramando qualcosa perché non parlarne con Jack, doveva al più presto parlare con lui, ma senza destare troppi sospetti.
Per la prima volta dopo tanto tempo, Sydney, era riuscita a trascorrere un'intera giornata con i suoi amici, senza essere disturbata dal suo lavoro. Al mattino aveva fatto shopping con Francie, mentre Will era impegnato con i lavori forzati come amava definirli lui, poi si erano incontrati tutti e tre per il pranzo, nel pomeriggio invece un po' di relax in spiaggia. Per la sera Will aveva organizzato una super maratona cinematografica, aveva affittato film di tutti i generi, romantici per Francie, in bianco e nero per Syd, mentre lui aveva preferito per un bel film horror. Si erano così divertiti che si erano ripromessi di passare almeno una volta al mese una giornata così.
Il giorno seguente mentre stava per raggiungere Vaughn, si accorse di essere seguita, decise allora di andare verso la sede del SD-6, quando arrivò al parcheggio si guardò intorno ma la macchina che la seguiva era sparita.
Vaughn nel frattempo non vedendola arrivare iniziò a preoccuparsi. Passò tutta la giornata in ansia, sperando che lei si facesse viva al più presto.
Sydney parlò di quello che le era successo con suo padre, c'era qualcosa di strano, forse Sloane stava iniziando a sospettare qualcosa.
"Non sei riuscita a vedere chi stava alla guida?"
"No, è stato molto abile, mi sono accorta di essere seguita solo per caso."
"In ogni modo hai fatto bene a venire direttamente qui, ci penserò io ad avvertire Vaughn."
Jack si mostrò calmo con Sydney, ma la cosa lo preoccupava molto, se era stato Sloane a farla pedinare forse la loro copertura era saltata, e se non fosse stato lui l'incognita era il pericolo maggiore.
Decise allora di parlarne subito con Kendall, bisognava fare qualcosa per proteggere Sydney.
"Jack cosa succede, perché tanta urgenza di vedermi?"
"Oggi Sydney mentre si recava ad un incontro con Vaughn è stata seguita."
"Ha visto chi la seguiva?"
"No, ti dico subito che questa situazione non mi piace per niente."
"Credi che ci sia lo zampino di Sloane?"
"Non lo so, in questo periodo è un po' strano, non ha preso molto bene i fallimenti di alcune missioni, che noi siamo riusciti a sabotare, però se sospettasse qualcosa credo che me ne accorgerei".
"Sai se sta organizzando qualche cosa."
"In questi giorni si trova a Londra, aveva un incontro con l'alleanza, ma non mi ha detto di che cosa si trattasse di preciso".
"L'unica cosa che tu puoi fare è tenere gli occhi aperti, al resto ci penso io."
"Hai già in mente qualcosa?"
"Ho bisogno di sentire alcuni informatori, poi ti farò sapere."
Kendall continuava a pensare alle parole di Irina, era tempo di fare qualcosa di dare la sterzata decisiva, e mettere Sloane con le spalle al muro.
In realtà Sloane non si trovava a Londra, aveva finto di partire per agire più liberamente, era un uomo oltre che astuto molto percettivo, e aveva capito che qualcosa non stava andando per il verso giusto. Si era convinto che tra i suoi uomini ci fosse un talpa, qualcuno che remava contro, troppe operazioni erano saltate, ma ancora non era riuscito ad individuare la possibile talpa. Sydney era stata la prima persona a cui aveva pensato, forse ancora non aveva accettato la morte di Danny ed aveva aspettato un po' di tempo prima di decidere di colpirlo, ma poi allontanò i sospetti da lei, la conosceva da troppo tempo e poi si sarebbe potuta vendicare in troppe occasioni, soprattutto prima della morte di Emily. Allora subito gli venne in mente un altro nome, Jack lui era quello forse più insospettabile, proprio per questo poteva agire più liberamente. Aveva fatto seguire Sydney perché era sicuro che sarebbe corsa subito a riferirlo a suo padre, infatti così fece. Però anche Jack era stato seguito, ma per sua fortuna l'incontro con Kendall si era svolto in un bar, quindi ora sapevano solo che collaborava con un esterno, bisognava solo scoprire chi fosse. Sloane si trovava nel suo ufficio e si chiedeva da quanto tempo andava avanti questa storia, in un certo senso si sentiva tradito, si conoscevano da troppo tempo certo non erano i classici amici e colleghi di lavoro, ma combattevano tutti e due per gli stessi ideali, o almeno così pensava.
Con un bicchiere di vino fra le mani, guardava fuori dalla finestra, mai come in quel momento avrebbe desiderato avere, sua moglie accanto a lui.
Kendall era deciso a scoprire qualcosa che potesse definitivamente incastrare Sloane e la sua agenzia, sperando con ciò di causare una sorta di effetto domino anche per le altre agenzie, e l'unica persona che in quel momento era in grado di aiutarlo era Irina Derevko.
Questa volta non fu lui ad andare da lei, ma s'incontrarono in uno degli uffici del SL-35 voleva metterla a suo agio, voleva farle capire che se la sua fosse stata una collaborazione fruttuosa, anche lei ne avrebbe tratto dei vantaggi.
"A cosa devo questo ben di Dio, deve aver proprio tanto bisogno di me per offrirmi un trattamento del genere" nonostante la prigionia Irina non perdeva la sua tagliente ironia.
Kendall cercò di non farci caso, non voleva indispettirla, ma neanche darle troppa corda.
"Si sieda, questa è una questione importante che riguarda anche lei."
"Lasci che sia io a giudicare."
"Quello che mi ha detto l'ultima volta mi ha fatto molto riflettere, in più si è verificato un episodio che ci ha messo un po' in allarme, e credo a lei interessi."
"L'ascolto."
"L'agente Bristow, sua figlia, ieri è stata seguita mentre si recava ad un incontro con un nostro agente, temiamo che la sua copertura possa essere in pericolo, e crediamo che dietro a tutto questo ci sia Sloane."
"Sydney sta bene?"
"Si, quando si è accorta di essere seguita ha preferito andare al SD-6."
"Ed io cosa centro in tutto questo?"
"Voglio vedere distrutta la sua organizzazione criminale, che lei conosce bene quindi sa anche quali sono i suoi punti deboli."
"La brama per il potere, questo è il punto debole di Sloane, ora che fa parte dell'alleanza cercherà di ottenere ancora più potere, e per farlo deve scalzare qualcuno dal vertice."
"Crede che voglia arrivare a questo?"
"Assolutamente, conosco come ragiona, venderebbe pure sua madre pur di raggiungere quello che vuole."
"Anche lei, non è stata da meno."
"Si è vero, ma lei non mi conosce veramente, e non sa perché ho agito in questo modo."
Kendall non rispose, la conversazione aveva preso una strada ambigua, allora preferì tornare al problema Sloane.
"Crede che abbia intenzione di uccidere qualcuno?"
"Non credo, questo desterebbe troppi sospetti, ma se io fossi in lui catturerei una buona preda da portare come trofeo, questo aprirebbe molte porte."
"Non capisco a cosa vuole arrivare."
"Da quel che mi detto Sloane sospetta qualcosa, quindi dica a Sidney di stare molto attenta."
"Pensa che sia lei la preda?"
Irina rimase in silenzio, ma nel suo sguardo si leggeva la preoccupazione di una madre, che teme per la vita di sua figlia.
Kendall dopo il colloquio con Irina, andò a parlare con Vaughn bisognava proteggere Sydney, senza farle sospettare nulla.
"Che cosa è riuscito a scoprire, questa volta la Derevko è stata più chiara?"
"Si, quando ha capito che la vita di Sydney era in pericolo, ha cambiato subito atteggiamento."
"Come dobbiamo agire?"
"Per ora dobbiamo solo stare molto attenti, evitare i contatti il più possibile, e sorvegliare Sydney, questo per la nostra sicurezza."
"E con Sloane?"
"Per ora possiamo solo tenere gli occhi aperti, con le intercettazioni non dobbiamo farci sfuggire niente, se come crediamo sospetta qualcosa, difficilmente si confiderà ancora con i Bristow."
**********
Sloane aspettava con ansia di scoprire chi fosse l'uomo con il quale Jack si era incontrato qualche giorno fa, intanto pensava a come agire nel caso che i suoi sospetti fossero fondati.
Lo avrebbe ucciso ma prima si sarebbe vendicato, perché lo considerava un amico nonostante tutto, nel loro ambiente non esiste l'amicizia, ma aveva sempre potuto contare sul suo appoggio e questo per lui bastava.
I suoi pensieri furono interrotti dall'arrivo di Clive Stendson, l'investigatore cui Sloane affidava certe missioni delicate.
"Buongiorno ho delle nuove per lei, ma non credo che le gradirà molto."
"Si accomodi, e mi dica tutto quello che è riuscito a scoprire."
"Inizialmente ho avuto molte difficoltà, era come se quell'uomo non esistesse, non è schedato dalla polizia, poi ho controllato che non lavorasse in qualche agenzia governativa, ma neanche la risulta niente."
"Allora a quale conclusione è arrivato?"
"A l'unica possibile, lavora per qualche organizzazione segreta, ma non come la sua forse appartiene alla CIA ma agiscono sotto copertura."
"Avrei dovuto capirlo subito, Jack non poteva avere tanto fegato da mettersi contro il governo" nella voce di Sloane si sentiva il rancore per essersi fidato troppo, ma non avrebbe più commesso un errore del genere.
Congedò Stendson e rimase da solo nel suo ufficio, era arrivato il momento di decidere cosa fare per chiudere questa storia per sempre.
La pioggia cadeva forte per le strade di Los Angeles, Sydney dalla finestra della sua casa la guardava ed era come incantata, a volte sono le cose più normali quelle che ci affascinano di più.
Fu distratta dall'arrivo di Will che era completamente fradicio, aveva un'aria così buffa tanto che Sydney non riuscì a trattenere le risate, indispettito dal suo atteggiamento per vendicarsi afferrò una bottiglia d'acqua che stava sul tavolo ed iniziò a bagnarla. Alla fine si ritrovarono tutti e due completamente bagnati, per di più il soggiorno era completamente sottosopra, si guardarono negli occhi probabilmente stavano pensando alla faccia di Francie quando, tornando a casa avrebbe trovato tutto quel caos, e insieme scoppiarono in una fragorosa risata.
Poi Will, forse preso dall'euforia di quel momento le si avvicinò e guardandola intensamente negli occhi, le sfiorò delicatamente le labbra. Sydney colta di sorpresa non sapeva cosa fare, ma non voleva pensare, sentiva che doveva vivere quel momento fino in fondo, e a sua volta baciò Will.
Quel momento fu interrotto dal rumore della serratura, Francie era tornata a casa, si allontanarono immediatamente uno dall'altra imbarazzati da quello che era appena accaduto.
"Ciao ragazzi che combinate?" li salutò Francie.
Per un attimo credettero che Francie li avesse visti.
"Niente" balbettò Will.
"Come niente, si è per caso rotto qualche tubo?"
Sollevati dal fatto che Francie non avesse visto niente, cercarono di spiegare all'amica che cosa era successo. Come da copione inizialmente si era un po’ arrabbiata e li costrinse a pulire immediatamente tutto, ma in fondo era felice per Will, che finalmente si stava riprendendo.
Jack uscì dalla macchina, stava cercando le chiavi di casa quando improvvisamente si sentì colpire alle spalle, non ebbe neanche il tempo di reagire, fu colpito alla testa e perdette subito i sensi.
"La preda è caduta in trappola, mi reco nel luogo prestabilito e attendo istruzioni."
La pioggia era caduta per tutta la notte, ma la mattina aveva portato con se un sole splendente, Sydney aprì gli occhi non era riuscita a dormire tanto, quello che era successo fra lei e Will l'aveva un po' spaventata, quel che più temeva era d'illudere Will e così di rovinare un'amicizia che per lei era molto importante.
Will al contrario era al settimo cielo, certo era consapevole di aver fatto una mossa azzardata, aveva capito che Sydney non provava gli stessi suoi sentimenti, ma non era riuscito a trattenersi quella gli era sembrata un'occasione da cogliere, della serie ora o mai più. Aveva pero un po' paura della reazione di Sydney, sperava che non l'avesse presa male. Allora si alzò ma quando arrivò in cucina lei era già andata via.
Nella sala riunioni tutti avevano preso il loro posto, mancavano solo Jack e Sloane. Passarono pochi minuti e Sloane entrò salutando tutti.
"Bene possiamo iniziare."
"Ma Jack non è ancora arrivato" disse Sydney.
"Oggi Jack non verrà, è partito per una missione, quindi per un po' non sarà dei nostri" disse con fare sbrigativo.
Sydney non credette neanche per un momento alle sue parole, ma dovette far finta di niente, per non rischiare di compromettere la sua situazione. Aveva bisogno di parlare con Vaughn, ma non poteva farlo lei personalmente, sicuramente era ancora sotto controllo, aveva bisogno di un intermediario.
Se non fosse stato così necessario, non avrebbe mai chiesto a Will un favore del genere, ma la situazione si stava complicando e doveva agire cautamente.
"Hai capito cosa devi fare, stai molto attento, segui tutte le procedure."
"Ormai mi posso definire un esperto di queste situazioni."
"Will mi dispiace metterti ancora in pericolo."
"Farei di tutto per te, senti a proposito di ieri….."
"Ti prego, non è il momento. Ti prometto che appena sarà tutto finito, parleremo con calma."
"Scusami, avrei dovuto capirlo da me."
"Va tutto bene, allora sei pronto?"
"Si, appena ho finito torno subito a casa."
Will uscì.

Dopo tutte le varie fasi, Will riuscì ad entrare alla sede della CIA, Vaughn lo stava aspettando.
"Cosa ci fai qui?"
"Sydney mi ha spiegato cosa fare, teme di essere controllata."
"Va bene, ma cosa è successo di tanto urgente da non poter aspettare?"
"Mi ha detto di dirti che Jack è stato mandato in missione, o così ha detto Sloane, ma lei crede che sia in pericolo, ha bisogno di mettersi in contato con te in modo sicuro."
"Aspettami qui."
Vaughn si recò immediatamente nell'ufficio di Kendall, cui riferì quello che aveva saputo da Will.
Kendall capì che quello era il momento giusto per agire, la situazione si stava complicando, e non potevano permettersi di perdere il vantaggio che in quei mesi avevano accumulato.
"Abbiamo bisogno di qualche giorno per decidere come agire, cerca un modo per contattare l'agente Bristow senza destare sospetti, così che poi potremo comunicarle cosa dovrà fare."
"Va bene ci penserò io."
"Possiamo fidarci di quel ragazzo?"
"Si senza problemi, l'agente Bristow non l'avrebbe portato fino a noi se non fosse lei per prima, convinta della sua lealtà."
Will attendeva con impazienza l'arrivo di Vaughn, sicuramente Sydney era in ansia, appena avrebbe finito, sarebbe corso subito a rassicurarla.
"Will, questo è per Sydney, è un piccolo trasmettitore, con questo potrò quando sarà necessario mettermi in contatto con lei, devi dirgli di portarlo sempre con lei."
"Tutto qui?"
"Si, per ora puoi andare, mi raccomando rassicura Sydney, dille che stiamo facendo tutto il possibile."
Will notò che lo sguardo di Vaughn non era quello di un semplice collega preoccupato per la sua partner, provava qualcosa per lei, proprio come lui.
Cercò di togliersi quell'idea dalla mente, doveva tornare il più in fretta possibile da lei.
Sydney non riusciva a stare ferma, controllava continuamente dalla finestra, più il tempo passava, e più sentiva che lei e soprattutto suo padre erano in grande pericolo. Aveva fatto bene a fidarsi di Will, nonostante ne avesse passate tante in quel ultimo periodo, rimaneva sempre un giornalista, non era certo un agente esperto come lei.
Chiuse gli occhi per un istante, quando sentì la porta aprirsi.
"Will finalmente! Ero in ansia per te, sei riuscito a parlare con Vaughn?"
"Si ora però stai tranquilla, mi ha dato questo per te, è un trasmettitore devi portarlo sempre con te, ha detto che si metteranno loro in contatto con te."
Sydney si pentì di aver dubitato di Will, e l'abbraccio forte, in quel momento, le era rimasto solo lui.

Jack si era risvegliato con un forte dolore alla testa, ma pian piano che riprese conoscenza, si rese conto che il dolore era diffuso in tutto il corpo. Si trovava in una stanza buia, anche se stanza era una parola grossa per quel buco in cui era stato richiuso, a stento entrava un po' di luce, non sapeva neanche da quanto tempo si trovasse li. Una cosa pero la sapeva, dietro a tutto questo c'era Sloane, sperava solo che non avesse fatto lo stesso a Sydney.
Cercò di alzarsi ma si sentiva senza forze, voleva arrivare alla porta, ma non ci riuscì, probabilmente era stato drogato.
**********
Intanto alla CIA Kendall insieme ai suoi migliori agenti organizzava un piano per mettere al sicuro Sydney, e per scoprire che fine avesse fatto Jack.
"La mia idea, è quella di eliminare il problema" iniziò Kendall.
"Che cosa intende per eliminare il problema?" chiese Vaughn.
"Sydney Bristow deve morire, almeno per l'SD-6."
"Non crede che sia una mossa troppo azzardata?"
"No, è l'unica soluzione, solo così sarà libera di agire come vorrà, lo sa anche lei che farà di tutto per ritrovare suo padre."
"Questo è vero, ha già in mente come agire?"
"Dovrà risultare più reale possibile, stavo pensando che la cosa migliore, sia quella di ucciderla davanti agli occhi di Sloane."
"Credo di non aver capito."
"L'agente Bristow dovrà portare fuori dal SD-6 Sloane, poi una nostra squadra penserà al resto."
"Voglio esserci anch'io."
"Bene, lei coordinerà la squadra, ora pensiamo ad avvisare la Bristow."
Sydney negli ultimi giorni, usciva solo per recarsi al lavoro, poi tornava subito a casa, in cuor suo sperava di ricevere qualche confortante notizia su suo padre, ma sapeva che se era nelle mani di Sloane rischiava di non vederlo mai più.
Improvvisamente il trasmettitore che portava con se iniziò a funzionare, era Vaughn che stava mettendosi in contatto con lei.
"Sydney mi senti, sono Vaughn."
"Si, dimmi che sai dove si trova mio padre."
"Mi dispiace, ma non siamo ancora riusciti a scoprire nulla."
Sydney rimase in silenzio.
"Ti sto chiamando per comunicarti come dovrai agire."
Vaughn le spiegò il loro piano, lei ascoltò senza mai intervenire, alla fine rimasero d'accordo sul da farsi, voleva dirle qualcosa per incoraggiarla, ma sapeva che non sarebbe servito a niente.
Fingere con Sloane le riusciva piuttosto bene, ormai credeva di conoscerlo, sapeva che lui contava molto su di lei, le era stata vicina durante la malattia di Emily, e questo in un certo modo li aveva avvicinati.
Si sarebbero dovuti incontrare in una caffetteria al centro, per convincerlo gli aveva detto che era molto in ansia per suo padre e che sentiva il bisogno di parlarne con una persona amica.
Sydney era già arrivata e aspettava seduta ad un tavolo il suo arrivo.
"Sydney, come mai mi hai voluto incontrare proprio qui?"
"Questo è un posto come un altro, volevo solo vederla fuori dal SD-6."
"Mi hai detto di essere preoccupata per tuo padre, ma come ti ho detto è in missione."
"Per tutto questo tempo, è da più di una settimana che non ho sue notizie, non era mai successo, non è che gli è successo qualcosa, lei quando lo ha sentito l'ultima volta?"
"Ti prego, stai calma, ho sentito Jack qualche giorno fa, sta bene."
"Ma dove è andato, e poi come mai tutto questo mistero, su questa missione?"
"Mi dispiace, ma non posso dirti niente, riguarda l'alleanza."
Sydney preferì concludere così la conversazione, ora doveva uscire insieme a lui.
"Va bene."
"Senti ora devo andare, ci vediamo più tardi in ufficio."
"Aspetti esco con lei."
Intanto la zona fuori della caffetteria era circondata dagli uomini della CIA, aspettavano solo il segnale per entrare in azione.
Uscirono dalla caffetteria, quando su di loro si avventò un uomo armato, non ebbero neanche il tempo di reagire, puntò la pistola su Sloane, stava per colpirlo ma Sydney lo spinse per terre prese la pistola, ma l'uomo sparò per primo colpendola in pieno petto.
La polizia arrivò subito, in realtà erano agenti della CIA, si erano messi d'accordo per far sembrare il tutto un incidente durante un inseguimento. Immobilizzarono e arrestarono l'uomo, mentre un'ambulanza che nel frattempo era accorsa sul posto caricava il corpo di Sydney.
Sloane era come paralizzato, Sydney era morta per salvarlo, mentre lui stava uccidendo suo padre, fu portato alla centrale di polizia per il verbale, poi sarebbe dovuto tornare in agenzia, e comunicare quello che era accaduto agli altri.
Sydney intanto si trovava nell'ambulanza con Vaughn, era soddisfatta per come erano andate le cose, anche se fingere di morire per salvare Sloane non era l'uscita di scena che avrebbe fatto lei.
"Non ci hai detto che tipo di funerale desideri" cercò di sdrammatizzare Vaughn.
"Semplice, non amo i funerali sfarzosi."
"A parte gli scherzi, sarà molto importante seguire gli spostamenti di Sloane da adesso in poi, potrebbero aiutarci a scoprire dove si trova tuo padre."
"Speriamo, sono sempre più in ansia, se ha scoperto che Jack lo tradiva, lo ucciderà senza pietà."
"Ti giuro che lo troveremo prima che gli accada qualcosa."
Sydney voleva crederci, ma Sloane era un assassino senza scrupoli, suo padre poteva già essere morto, e tutti i loro sforzi sarebbero stati inutili.
Nel buio della sua cella Jack riusciva a stento a tenere gli occhi aperti, da giorni lo tenevano rinchiuso, lo andavano a trovare solo per portargli qualcosa da mangiare e per iniettarli qualche droga pensava lui, visto che si sentiva sempre più dipendente da quella iniezione che ogni giorno gli veniva fatta.
Sentiva che per lui era arrivata la fine, non aveva nessuna via di scampo, e se anche l'avesse avuta, si sentiva troppo debole anche per pensare.

Will seduto nel ristorante di Francie, pensava ad una scusa plausibile per giustificare l'assenza di Sydney. Non voleva creare problemi, Syd gli aveva chiesto di non raccontare ancora nulla sul suo vero lavoro a Francie, voleva essere lei a farlo, ma era davvero difficile per lui riuscire a sostenere tutte quelle menzogne, che negli ultimi tempi era stato costretto a raccontare.
"Ciao, sei tutto solo e pensieroso, cosa non va?"
"Niente d'importante, mi ha chiamato Syd stava partendo."
"Sai che novità!"
"Questa volta starà fuori per un po' di tempo, non mi ha neanche saputo dire quanto."
"Questo lavoro la sta allontanando sempre di più, io le ho consigliato di lasciarlo, ma non mi ha mai ascoltato."
"Forse per lei è molto importante."
"Come può essere importante un lavoro, che ti fa tornare a casa distrutta, che non ti permette di avere una vita, e che ti allontana dalle persone ti amano?"
Solo ora Will capiva quanto Francie non avesse mai accettato il lavoro di Sydney, le voleva molto bene ed era stanca di vederla così.

Kendall e Vaughn sapevano che quella che stavano per fare era una mossa molto rischiosa, ma non potevano farsi sfuggire un'occasione del genere.
Irina era distesa sul pavimento, intenta a fare le sue flessioni, quando vide arrivare i due uomini, sapeva che erano la per saldare il conto, da quello che sarebbe accaduto, dipendeva la sua libertà.
"Scommetto che sa già il perché della nostra visita, quindi non perdiamo tempo ed arriviamo subito al sodo" disse con un tono serio Kendall.
"Prego inizi pure lei" gli rispose Irina.
"Non abbiamo notizie di Jack Bristow da diverso tempo, sua figlia e anche noi siamo convinti che Sloane abbia scoperto tutto e che lo tenga segregato in qualche posto in attesa di ucciderlo, noi lo stiamo tenendo sotto controllo speriamo di trovare qualche indizio che ci porti da lui."
"Sydney come ha preso la cosa?"
Questa volta fu Vaughn a parlare "non bene è molto preoccupata, vuole partecipare in prima persona alle ricerche."
"Ma così si esporrà anche lei."
"Per questo abbiamo deciso di toglierla dal SD-6, abbiamo finto una sparatoria in cui Sloane l'ha vista morire, ora è libera di agire con noi."
"Mi dica, lei ha una particolare tendenza a ricreare vicende che sembrano appena uscite da novelle italiane del cinquecento, è così, o sono solo coincidenze."
Kendall sorvolò su quella battuta.
"Senta lei ora sarà trasferita in un aereo sempre sotto la nostra sorveglianza, e ci starà fino a quando verrà il momento di entrare in azione."
"Non capisco a cosa vi servo."
"Crediamo che Sloane lo abbia portato in Russia, negli ultimi giorni abbiamo intercettato diversi movimenti crediamo si trovi in un ex prigione che credo lei conosca bene, per questo ci serve il suo aiuto."
"Come vuole, ma come farà con mia figlia, se entreremo in azione lei mi riconoscerà."
"Ogni cosa a suo tempo, a questo penseremo noi."

**********
Il vecchio carcere della città d'Odessa era stato usato un tempo dal KGB come un parcheggio per quei prigionieri il cui destino non era ancora certo. Poi rimase inutilizzato per diverso tempo, almeno fino a quando non divenne uno degli edifici in cui l'alleanza aveva disposto la sua sede operativa Russa.
Ma qualche tempo dopo, un terrorista ceceno si fece esplodere attirando così l'attenzione delle autorità russe, costringendo l'alleanza ad abbandonare quella sede.
Sloane aveva acquistato la proprietà, quello era il luogo ideale per svolgere i suoi traffici, e soprattutto li aveva fatto installare un grande laboratorio, dove studiosi e scienziati svolgevano gli esperimenti sul progetto Rambaldi.
La CIA che negli ultimi tempi aveva intensificato la sorveglianza su Sloane, grazie anche alle soffiate di alcuni informatori, aveva scoperto la destinazione finale della maggior parte delle opere di Rambaldi di cui Sloane era riuscito ad impossessarsi. Quindi la missione per il ritrovamento di Jack, in realtà aveva due facce, ecco perché serviva la collaborazione di Irina, lei conosceva alla perfezione quel luogo, e avrebbe portato la CIA al ritrovamento del grande tesoro di Sloane, e probabilmente a Sloane stesso. Certo era una missione ad alto rischio, sia Kendall sia Vaughn erano consapevoli del pericolo, ma se le cose fossero andate per il verso giusto, i benefici sarebbero stati innumerevoli.
Il piano era di organizzare due squadre di ricerca, la prima condotta da Sydney avrebbe cercato Jack e lo avrebbe portato in salvo, la seconda guidata da Vaughn con la collaborazione di Irina sarebbe andata alla ricerca dei manufatti di Rambaldi. Sarebbero partiti su due aerei diversi, e durante la notte si sarebbero lanciati con i paracadute, non troppo lontano dalla prigione, ma in due diversi punti, non volevano correre il rischio di essere scoperti tutti insieme.
Il giorno prima della missione Sydney lo trascorse in casa, aveva organizzato un pranzo per lei e i suoi amici, aveva già affrontato tante missioni pericolose come quella, ma questa volta sentiva il bisogno di stare insieme ai suoi amici.
Prima di uscire entrò nella camera di Will, dormiva profondamente e non volle svegliarlo, lasciò solo una lettera con un avviso, avrebbe dovuto leggerla solo se le fosse accaduto qualche cosa.
Si ritrovarono tutti all'aeroporto, Irina era già a bordo, dal finestrino riusciva a intravedere Sydney, vedeva il suo viso contratto, e lo sguardo preoccupato, solo ora capiva quanto fosse attaccata a suo padre.
"Bene allora avete capito tutti, Sydney mi raccomando sii prudente, e se vedi che la situazione sta degenerando chiamami subito, io e la seconda squadra verremo subito" Vaughn cercò di apparire il più sicuro possibile, anche se in cuor suo era molto agitato per quello che avrebbero dovuto affrontare.
Durante il viaggio Sydney cercò di essere il più ottimista possibile, suo padre doveva essere vivo era sempre stato, tutta la sua famiglia, anche se per tanto tempo non lo aveva sentito tanto vicino.
Il pilota avvertì che erano quasi giunti al punto di lancio, Sydney si sarebbe lanciata per prima.
Aprirono lo sportellone, l'aria era molto fredda, Sydney guardò ancora una volta i suoi uomini come per dargli coraggio, e si lanciò.
Nell'altro aereo Vaughn ed Irina si prepararono per il lancio, lei era una sorvegliata speciale, non potevano correre nessun rischio, d'altronde giocava in casa, quindi era ancora più pericolosa se questo fosse possibile.
Sydney arrivò a terra sana e salva, si guardò intorno, per fortuna il posto sembrava deserto, ad uno ad una arrivò anche il resto della squadra, per ora le cose stavano procedendo per il verso giusto, anche se erano solo all'inizio. L'agente speciale Martins era il navigatore, con un piccolo palmare nel quale vi erano le coordinate per arrivare alla prigione, iniziò a guidare la squadra, Sydney si trovava accanto a lui.
Anche la squadra di Vaughn si stava dirigendo verso la prigione, anche se dalla parte opposta, era molto buio, e faceva un freddo intenso. L'ordine era che le squadre entrassero contemporaneamente nell'edificio, i primi ad arrivare furono Vaughn ed Irina.
Poco dopo anche l'altra squadra dette il segnale del suo arrivo.
"Sydney, noi siamo pronti, al mio tre, entriamo, mi raccomando a tutti voi, prudenza e che Dio ci aiuti,"
"Uno…, due…, tre!!!!!!!"
Le piccole cariche d'esplosivo, aprirono i pesanti cancelli di ferro senza fare troppo rumore, degli uomini che erano di guardia corsero subito per dare l'allarme, ma furono fermati in tempo.
Avevano una pianta dell'interno dell'edificio, secondo Irina, Jack si trovava sicuramente nelle prigioni sotterranee, erano le peggiori, diversi prigionieri erano impazziti dopo la permanenza di diversi anni in quelle trappole per topi.
Ispezionarono quel posto corridoio per corridoio, sembrava un vero e proprio labirinto, si erano imbattuti in diverse guardie, oramai erano stati scoperti, ma di Jack ancora nessuna traccia.
Sydney aprì una delle celle, e ai suoi occhi gli si presentò uno spettacolo agghiacciante, quel buco era stato trasformato in una piccola camera di tortura, era sporca e puzzolente, sicuramente suo padre fino a poco tempo fa era stato li, ora forse Sloane messo in allarme lo aveva trasferito in un altro luogo per completare la sua vendetta.
"Agente Bristow, mi sente sono Kendall, dai nostri satelliti, che tengono sotto controllo il posto riusciamo vedere le sagome di due persone che si muovono sui tetti, pensiamo che siano suo padre e Sloane, raduni la squadra e recatevi sul posto!"
"Si, signore, avete sentito, andiamo!"
Intanto Vaughn, e la sua squadra erano giunti al magazzino dove erano conservati i manufatti di Rambaldi di Sloane. Irina non era tanto interessata alla sua missione, tanto che appena ne avesse avuta l'occasione avrebbe tentato la fuga.
La fortuna era dalla sua parte, perché l'occasione buona era arrivata, le guardie di Sloane si erano precipitate tutte nel magazzino, avevano l'ordine di salvare quegli oggetti, e avrebbero dovuto distruggere il nemico invasore.
Vaughn non poteva allo stesso tempo combattere, per salvare la sua vita e tenere d'occhio Irina, quando ebbe un istante per guardarsi intorno si accorse, che la donna era scappata, e purtroppo sapeva anche dove era diretta.
Sydney dispose la squadra in modo che se anche Sloane le fosse scappato, non sarebbe uscito vivo dalla prigione, dalla CIA erano arrivate le immagine al suo palmare del punto in cui Sloane si trovava, era nella piattaforma di atterraggio, aspettava i rinforzi, ma lei sarebbe arrivata prima.
Corse con tutto il fiato che aveva in corpo, non sentiva più il dolore, ne la fatica, era pervasa da un furore accecante. Aprì la porta e si guardò intorno, quando vide Sloane poco distante da lei, era li fermo, con accanto Jack, che sembrava quasi morto, il suo viso era una maschera di sangue e di sofferenza. La stava aspettando, la guardava, aveva capito che non era morta in quello scontro a fuoco, la ammirava come se lei fosse diventata come lui desiderava, una sua creatura.
"Sydney, è arrivato il momento che tanto aspettavi, non è così?"
"Bastardo."
"Sai, non è bello quello che mi hai fatto, io ti ho sempre stimato, forse anche più del tuo vero padre, ti ho dato la possibilità di diventare quello che ora sei, e tu come mi ringrazi, pugnalandomi alle spalle."
Sydney aveva passato gli ultimi giorni a pensare alle parole da dire a quell'uomo, ma ora che lo aveva di fronte era come bloccata.
"Senti forse abbiamo ancora una possibilità, lasciamoci il passato alle spalle, vieni con me, insieme potremo conquistare il mondo."
"Tu stai delirando, io ho smesso di lavorare per te, quando ho scoperto che razza di figlio di puttana sei. Mi hai mentito facendomi lavorare per la tua sporca organizzazione, hai ucciso Danny, e stavi per fare lo stesso con mio padre."
"Ho dovuto fare tutte queste cose, ma il mio affetto per te è sincero, così come era quello di Emily."
"Tu non la devi neanche nominare, anche lei è una vittima dei tuoi sporchi traffici."
"Se è questo che vuoi, allora facciamola finita."
Puntò la pistola contro Sydney, e lei fece lo stesso con lui, chi avesse sparato per primo sarebbe sopravvissuto. Partirono i colpi, Sydney venne colpita ad una spalla, si sentiva bruciare, ma cercò con lo sguardo di capire se era riuscita ad eliminare Sloane. Ma anche lui era solamente ferito, fu come se nessuno dei due avesse sparato per uccidere.
"A quanto pare c'è concessa un'altra possibilità" ironizzò Sloane, e si rialzò, puntando nuovamente la pistola contro Sydney.
"Non credo."
Sydney non credeva a quello che stava accadendo, sentì quella voce, lo sparo, e poi vide Sloane cadere per terra, con lo sguardo di una che ha appena visto la morte in faccia.
Si girò, e vide accanto a se, sua madre, non riusciva a credere ai suoi occhi, era ferita ma non a tal punto da avere allucinazioni.
"Mamma………" con un filo di voce, strozzato dal pianto, la chiamò.
"Si, sono proprio io, ti spiegheranno tutto quando starai bene."
In quel momento sopraggiunse Vaughn, Sydney lo guardò, nel suo sguardo poteva leggere tutta la sua disperazione, con quali parole le avrebbe spiegato come erano andate le cose.
Nel frattempo arrivarono i rinforzi, un'ambulanza caricò Jack, era stremato dopo tutti quei giorni di prigionia, ma come sempre se la sarebbe cavata.
**********

Dopo alcuni giorni di permanenza in ospedale, Sydney fu dimessa, la aspettavano alla CIA per darle delle spiegazioni sulla buona riuscita della missione. Sloane era morto, ma non riusciva a gioirne, continuava a pensare, a come si erano svolti i fatti su quel tetto, la sparatoria, e poi l'apparizione di sua madre.
Arrivata nell'ufficio di Kendall, vi trovò ad aspettarla anche Vaughn, in ospedale non si era fatto vivo, le aveva inviato solo un mazzo di fiori con un bigliettino, in cui si era tenuto molto vago.
Lui sapeva tutto, l'aveva capito da come l'aveva guardata quel giorno, in modo colpevole.
"Ascolti Sydney, mi dispiace innanzitutto, ma non potevamo agire altrimenti."
Syd rimase in silenzio.
"La situazione si era complicata, abbiamo scoperto solo all'ultimo minuto l'innocenza di sua madre, anche per questo avrà delle spiegazioni, al momento giusto. Se vuole, può andare a parlare con lei, ora è stata trasferita in un altro posto."
"Sono venuta per dare le dimissioni, ora che Sloane è morto, e l'SD-6 è allo sbando, credo che la mia missione possa dirsi conclusa."
"Ma Sydney, quando hai preso questa decisione?" Vaughn intervenne per la prima volta.
"Se lei non ha altro da dirmi, ora dovrei andare" Sydney ignorò completamente Vaughn.
"Non vuole pensarci ancora un po', è sicura che questa sia la sua scelta definitiva?"
"Si, ho scelto di smetterla per sempre, con questa vita."
Si alzò e uscì dall'ufficio, Vaughn le andò dietro, voleva almeno la possibilità di spiegarle, come erano andate le cose.
"Sydney, aspettami, ti prego."
"Non posso trattenermi, e non ho nessuna voglia di sentire le tue spiegazioni, come puoi solo pensare che mi possa ancora fidare di te."
"Io non ti avrei mai mentito, ma sono stato costretto a farlo. Avanti sai come vanno queste cose."
"Proprio per questo, ho bisogno di allontanarmi da tutto questo, sono stanca di tutte queste menzogne."
Sydney gli voltò le spalle per andarsene.
"Ma, io ti amo!"
Sydney si voltò, aveva atteso da tempo quel momento.
"Ti amo anch'io."
Questa fu la loro ultima conversazione, da quel momento le loro strade si sarebbero divise per sempre.

Sydney tornò a casa, come al solito ad aspettarla, trovò Will, era lui che aveva chiamato quando si trovava in ospedale. La guardò, e quello sguardo così rassicurante, la fece sentire al sicuro, come non accadeva da troppo tempo ormai. Uno spiraglio di luce, in una vita che per troppo tempo, era rimasta nelle tenebre.

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Alias Italia - Il dossier Sydney Bristow © 2003 Antonio Genna
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